‘‘Me ne lavo le mani’’
Scandalo in una palazzina di via Milano. Interruzione del servizio idrico: condomini in rivolta

Da quasi un anno a oggi, una palazzina in via Milano si trova senza fornitura di acqua pubblica, diritto di ogni cittadino, causando notevoli disagi ai residenti e creando difficoltà in numerosi aspetti della vita quotidiana.

Un problema cronologicamente infinito. Prima di questa vicenda, il servizio idrico si caratterizzava per la sua efficienza sia all’interno che all’esterno della palazzina, tanto da permettere ai condomini di dedicarsi quotidianamente all’attività del giardinaggio negli spazi condivisi e privati.

Disagio generale e multi generazionale. Il problema principale che ha causato i maggiori disagi è stata la carenza di pressione o, in alcuni casi l’assenza d’acqua nei bagni dell’edificio.
Questa situazione ha generato irritazione, ansia e stress tra i condomini, compromettendo anche la vita lavorativa e universitaria dei giovani residenti e riducendo la loro produttività quotidiana. I residenti del piano terra hanno segnalato un minore disagio dovuto alla mancanza d’acqua, grazie alla loro posizione più vicina alle tubature. Tuttavia, questa vicinanza comporta anche un maggior rischio di allagamenti nel caso in cui i tubi dovessero rompersi o cedere.

Meglio prevenire che curare. La vecchia palazzina, originariamente destinata alloggi per i ferrovieri e situata nel cuore del quartiere, sta vivendo un lungo e difficile calvario che sta peggiorando di giorno in giorno.
La situazione si è complicata negli ultimi mesi, coinvolgendo gran parte del vicinato e creando un disagio condiviso tra le famiglie residenti. Per fronteggiare la mancanza di acqua, alcune abitazioni dislocate nel complesso sono ricorse a sistemi di autarchia, munendosi di serbatoi e autoclavi che hanno permesso loro di garantire, almeno temporaneamente, le esigenze primarie come igiene e distribuzione domestica. Tuttavia, questa misura si è rivelata insufficiente nel tempo, infatti a fine maggio anche queste soluzioni di emergenza hanno smesso di funzionare: i serbatoi non si sono più riempiti, e le famiglie si sono rimaste prive di una risorsa fondamentale, trovandosi a fare i conti con servizi idrici sempre più carenti e problemi di approvvigionamento che rischiano di protrarsi nel lungo termine.

L’assenza delle istituzioni. Immediatamente, i residenti hanno contattato Abbanoa, il gestore del servizio idrico, sperando di trovare una soluzione rapida. Tuttavia, all’inizio, l’azienda si è schermata, sostenendo che la riparazione delle tubature non rientrasse nelle proprie competenze. Solo dopo numerose proteste e segnalazioni da parte dei condomini, Abbanoa ha deciso di avviare l’iter per l’intervento di riparazione sebbene fosse trascorso quasi un anno. La buona notizia, attesa da settimane, ha portato il primo passo concreto verso la risoluzione del problema. Tuttavia, il percorso non è stato privo di ostacoli dato che i condomini si sono trovati di fronte a un’altra impasse, questa volta di natura amministrativa: il Comune di Cagliari ha imposto ulteriori blocchi, rallentando l’avvio dei lavori di manutenzione delle infrastrutture, nonostante fossero spesati dai cittadini. Nel frattempo, le famiglie sono costrette a fronteggiare l’emergenza utilizzando acqua imbottigliata, con gravi ripercussioni sulle finanze domestiche. La scarsità di acqua potabile disponibile per l’uso quotidiano ha obbligato molti a evitarne l’utilizzo per l’igiene personale, limitandosi al solo consumo alimentare, un disagio che si aggiunge a quelli più immediati di una situazione di incuria e inefficienza.

Conclusione Questi problemi ledono la vita dei cittadini privandoli della libertà domestica, per questo motivo le istituzioni dovrebbero provvedere immediatamente in caso di guasti dipendenti dalle loro negligenze.