Nessuno di noi era a Bologna

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Un estratto dalla newsletter Complotti di Leonardo Bianchi

Da Meloni in giù, argomenta il giornalista Valerio Renzi, gli esponenti di Fratelli d’Italia si autorappresentano come “gli esclusi dalla dialettica democratico in quanto eredi del fascismo, ma anche come i bersagli della violenza antifascista giustificata e protetta”.

È per questo che il partito sta investendo tantissime risorse culturali e mediatiche sul “martirologio dei caduti degli anni Settanta, da Acca Larentia a Sergio Ramelli”.

Lo status di vittime, chiosa il giornalista, è ciò che dà loro “la piena legittimazione politica”.

Ma le vittime, per l’appunto, non mettono bombe nelle stazioni.

Non uccidono civili disarmati. Non se la fanno con i servizi segreti. Non combuttano con massoni. Non depistano.

E soprattutto, non fanno di tutto per negare l’evidenza: la mano è fascista, la strage è di Stato.

Link alla newsletter completa: https://complotti.substack.com/p/teorie-complotto-strage-bologna