Da Lorenzo Tosa

Questa storia racconta moltissimo dei tempi balordi e di caccia alle streghe in cui viviamo.

Paw Che Go è da dieci anni uno dei più
importanti festival italiani dell’illustrazione, a Milano.

Quest’anno gli organizzatori hanno deciso di utilizzare i colori della Palestina come immagine visiva identitaria della decima edizione.

Perché - hanno spiegato - “non consideriamo guerra o azione di difesa i fatti in terra e nei mari palestinesi. Piuttosto li vediamo assedio e sterminio, li sentiamo ricatto. Paw Chew Go Festival e Associazione Paciugo sono con il pensiero, e con le azioni che gli sono possibili, a fianco della popolazione della Striscia così come sono state e saranno al fianco delle comunità oppresse e delle minoranze non rappresentate.”

Eppure, per questa semplice scelta di umanità, il festival si è ritrovato di colpo, per la prima volta, senza sponsor e quindi sostegno economico.

Questo succede oggi a chiunque prenda una posizione su Gaza e per Gaza: viene escluso, bandito, isolato, trattato come un paria.

Ma non per questo sono tornati sui propri passi, anzi, dicono: “Per noi vestirci di anguria non è una provocazione, ma una cosa normale. Come normale dovrebbe essere andare a scuola, sentirci sicure e sicuri, mangiare, bere, ridere, respirare.”

E hanno lanciato una raccolta fondi dal basso per andare avanti con la coerenza delle proprie idee.

Io sono umanamente vicino al festival Paw Che Go per quello che hanno fatto e per come lo hanno espresso.

Anche solo esistere senza cambiare né piegarsi oggi è un atto di Resistenza.

Se volete sostenerli anche con una piccola ma preziosa donazione, questa è la raccolta fondi che hanno lanciato. Che spiega anche benissimo la situazione surreale che si sono trovati ad affrontare.
Grazie per tutti quelli che faranno la loro parte! 🙏

https://www.gofundme.com/f/paw-chew-go-2025-ha-bisogno-di-te

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