• Elena Brescacin@poliversity.it
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    3 days ago

    @mau @game @aitech Il trucchetto di ripetere una parola sbagliata (o diversa) dalla risposta giusta per confonderti la testa, era il trucco che aveva usato la lega nord di Umberto Bossi quando diceva “padania”. Quanto andava avanti? Alla fine in tanti, previsioni meteo comprese, ripetevano padania al posto di pianura padana.

      • Elena Brescacin@poliversity.it
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        3 days ago

        @mau @game @aitech Già, è così…
        Sul gioco degli alberi, pianta-frutto, ha risposto “il fico”. Su quella dell’uovo, ha risposto albume. Dicendo pure “non casco nel tranello del tuorlo!”
        Qualche ignorantone potrebbe dire “la macchina è più intelligente di me”; in realtà è semplicemente uno stra-dannato modello che becca i pattern dall’Internet.

        • .mau.@poliversity.itOP
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          2 days ago

          @elettrona @game @aitech infatti non si può sperare che un LLM non sappia risolvere questo indovinello. FORSE se si fa la domanda “come si chiama il giallo dell’uovo?” la risposta potrebbe essere *albume"…

          • Elena Brescacin@poliversity.it
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            2 days ago

            @mau @game @aitech Però gli anagrammi fatti bene, non li fa. Per esempio “matteo salvini” —> “vi metto l’ansia” o “dargen d’amico” —> “mendica droga” quelli non li fa. Neanche se li istruisci dandogli i trucchi usati dall’anagrammista umano. Scegli una parola chiave contenuta nella frase originale, poi cerca di costruire una frase di senso compiuto collegata alla prima.
            Neanche una roba banale tipo “chi vuole —> culo e HIV?” riesce a fare!

            • .mau.@poliversity.itOP
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              2 days ago

              @elettrona @game @aitech guardalo da un punto di vista statistico: non trovi occorrenze delle frasi in rete, testi come “vi metto l’ansia”, anche se per noi comprensibili, non sono così comuni e in più c’è l’apostrofo che rompe le palle. È come giudicare un pesce da come sa arrampicarsi (esempio di Alberto Romero, ne parlerò lunedì prossimo).
              Controprova: prova a chiedere un anagramma di “bibliotecario”.

              • Elena Brescacin@poliversity.it
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                2 days ago

                @mau @game @aitech Con “bibliotecario” non mi trova “beato coi libri”
                Ma abbiamo anche “piero angela -> genial opera”, “carlo calenda -> cacarellando”, “carlo giovanardi -> la droga ci rovina, la rogna ci divora, ricordo la vagina”.
                Poi l’ultimo in ordine… “AI slop in parole. Poi?” —> “Pierpaolo Pasolini”.
                Generatori di anagrammi esistono dalla notte dei tempi sui computer, però mai e poi mai potranno sostituire un appassionato.

                Errata PORRIDGE, era il contrario:
                “Pierpaolo Pasolini —> poi? Parole in AI slop”

                  • Cinciallegra@www.foxyhole.io
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                    2 days ago

                    @mau@poliversity.it
                    Ho provato con perplexity.

                    Dopo avermi risposto che non ci sono anagrammi, ma ce n’è uno parziale togliendo una “o”: bibliotecari…

                    …come “anagramma frasale” ha proposto “ciò che libro ai”, spiegandomi poi che «Questa frase riordina esattamente tutte le 13 lettere della parola originale (b-i-b-l-i-o-t-e-c-a-r-i-o), formando un’espressione sensata in italiano che significa “ciò che libro ai”».

                    Non ho potuto fare a meno di fare i complimenti per questa bella trovata e chiedendo un anagramma del mio nome abbiamo finito per gioire assieme della «coincidenza affascinante che sia “cinciallegra” che “ai lati d’Italia” contengano esattamente 11 lettere».

                    https://www.perplexity.ai/search/un-anagramma-della-parola-bibl-KiThdrbmRfyvXH8S7wLiEg#5

                    Non ho voluto deludere tanto entusiasmo facendo notare che il numero di lettere delle due frasette citate non è proprio un primo palindromo. Anche perché… addestrerò il loro modello quando mi pagheranno per farlo. 😆
                    @aitech@feddit.it @game@bologna.one @elettrona@poliversity.it